Pensieri a proposito della Tempesta sedata da Gesù

Giovanni Colpo

Tu pensi che fidarsi di Gesù sia facile e conveniente per tutti. E a volte, per qualcuno, lo è.

Ti fidi della Sua parola, getti le reti, e porti a riva una pesca miracolosa.

Ti fidi della Sua parola, vai a lavarti alla fonte, e come il cieco nato ricevi in dono la vista.

Ti fidi della Sua parola, vai a casa e trovi tuo figlio guarito.

Altre volte invece, ti fidi della Sua parola, e vai incontro a una tempesta di guai.

Altre volte? Quante volte la Sua parola non ci toglie proprio dai guai!

Nella storia di Giona che la bibbia racconta, e che Marco ben conosceva, si dice che i marinai, andarono a svegliare Giona e gli dissero: “Che cosa fai così addormentato? Alzati e prega il tuo Dio!” (Gio 1,6). Marco poteva prendere spunto dalla storia di Giona, poteva far svegliare Gesù dai discepoli che lo rimproveravano: “Che fai: dormi? Prendi invece anche tu un secchio come facciamo noi e aiutaci a togliere acqua dallo scafo!”

Oppure potevano dire: “Gesù, mettiti a pregare JHWH, chissà che ti ascolti e ci salvi tutti quanti!”. Queste secondo me potevano essere le parole della disperazione che sarebbero venute in bocca a un qualsiasi pescatore o marinaio in condizioni simili. Invece no, e anche questo è un dato sorprendente.

Ecco, questa del lago è anche la nostra barca, la nostra tempesta, la nostra preghiera.

È la tempesta che deve affrontare ogni barca che “passa all’altra riva”: la barca che va in terra pagana a testimoniare Gesù va incontro a ostilità, pericoli, rischi di morte… in terra pagana sente tutto il peso della persecuzione.

Anche Gesù non sarà accolto bene in terra pagana. E non è accolto bene nemmeno oggi: in un mondo controllato dalla scienza, dalla tecnica, dall’A.I. c’è sempre meno spazio per Dio: un Gesù che dorme è la misteriosa presenza di Dio anche in questa società…

La barca è la comunità cristiana: i primi discepoli, la comunità di Marco, la chiesa di oggi, che di fronte alle difficoltà, vere, reali, dolorose, di fronte agli insuccessi, si sente smarrita e prega sempre la stessa protesta con Gesù: “non t’importa che siamo perduti?”

Ecco dove Marco ha sentito queste parole sgarbate: nella barca della sua comunità di cristiani perseguitati che ogni giorno si sentivano esposti alla morte…

Quanto ci farebbe comodo un Gesù Dio Onnipotente che, svegliato dalle nostre preghiere, alzandosi ritto sulla barca, anche oggi qui e davanti a tutto il mondo, minacciasse i potenti della terra, ordinasse di tacere a tutte le armi e le trasformasse in falci, distribuisse come una volta pane e pesce a tutti gli affamati, guarisse tutte le nostre cecità e la paura che ci paralizza …

Invece no, non è così: il Gesù che noi conosciamo non è un comodo Dio Onnipotente. Nessuna vittoria ci è promessa oggi.  Oggi ci è promesso soltanto un Gesù, Dio Crocifisso.

Oggi, anche oggi Gesù interroga i suoi discepoli, interroga noi e ci chiede: “Perché avete paura?” (Mc 4, 40).

Sì Signore, ho paura: mi fanno paura le tempeste, mi fanno paura le croci, mi fa paura la morte, mi fanno paura tutte le morti…

Ma TU: insegnami a leggere nelle tempeste della storia la misteriosa presenza di un Dio crocifisso che dorme, di un Dio crocefisso che porta sulla croce l’agonia di tutti gli uomini…

Sì Signore, ho paura…

Ma TU: parlami come hai parlato a Marta e Maria, parlami della vita e della morte, e accendi in me il desiderio dell’eternità dove farai cessare tutte le “grandi tempeste” e sarà grande bonaccia” per tutti.


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