Una Chiesa da attualizzare?

Massimo Cacciari

La Chiesa non è più di fronte a un ateismo militante, ma a un’indifferenza radicale. Non si trova più di fronte a un Nietzsche che dice “Dio è morto”, ma a chi dice “di Dio che me ne importa”. È un salto pazzesco.

Ma anche per un non-credente, diciamo così, questa è una grandissima questione, nella misura in cui abbia una coscienza filosofica nel senso vero del termine, che è l’attitudine a trascendersi, a non vedersi come un’isola separata, un semplice ego. Il non-credente che pensa non crederà a un ente che lo trascende, ma deve credere al carattere trascendente della propria coscienza.

È la domanda di trascendenza che è stata acquietata. Quindi è perfettamente legittimo da una parte e dall’altra riconoscersi in una condizione di miseria, povertà e solitudine assolute. In cui prima di tutto i poteri sono indifferenti a quella domanda e giocano solo, e malamente, alla difesa del proprio interesse. 

E le conseguenze? Sono davanti agli occhi di tutti. L’Europa è totalmente secolarizzata. Ha spento ogni domanda critica sul proprio futuro e sulla propria destinazione. Non ha un’idea di sé, si muove solo sul piano della totale immanenza mercantile.

Questa situazione di crisi si rovescia, come sempre avviene, sui più deboli. A questo punto è chiaro che la Chiesa deve insorgere. Così trova vicino a sé un pensiero laico radicalmente critico. Solo che entrambi non vengono ascoltatati. 

Poi ci sono le élite che sono divise e schierate pancia a terra sull’esistente. Credono che l’unico modo di difendere l’Occidente sia quello a cui stiamo assistendo in Palestina e Ucraina. Poi c’è chi ha posizioni critiche che a volte sono molto vicine a quelle che oggi la Chiesa – se tutta, non lo so – esprime. Insomma, il pensiero è pensiero quando è segno di contraddizione e la Chiesa è Chiesa quando è segno di contraddizione.

Come il messaggio evangelico che non porta a un irenismo e un pacifismo astratto. Se la Chiesa si pone così rispetto all’opinione comune e all’andazzo dei tempi, alle ideologie del mondo, avrà sempre qualche rapporto, magari polemico, con il pensiero laico e anche con l’ateo. Perché c’è un ateismo della totale indifferenza e ci sono atei che credono. 

Attualizzare il messaggio cristiano è una prospettiva metodologicamente molto importante e interessante per una persona che pensa. Bisogna incarnarla. E ciò significa dare giudizi che possono essere drammaticamente pericolosi. Che cos’è questo Occidente? Com’è governato? Dove vuole andare?

Su queste guerre non va detto solo che sono male, lo diceva anche Napoleone. Ma bisogna capire se si sta con Napoleone o con Wellington. Mi rendo conto dell’estrema difficoltà. Basti vedere le reazioni a ciò che hanno detto il Papa e altri nella Chiesa.

L’Occidente è vecchio, è stato egemone e pretende ancora di esserlo. Non è una buona notizia perché ci tengo a essere occidentale e non voglio finire né putiniano, né russo, né cinese, né musulmano. Ma l’Occidente crede che stare sulla difensiva sia l’arma migliore, invece è un’idea di destino, di destinazione che lo può salvare. Altrimenti assisteremo non al suo tramonto, ma alla sua catastrofe. 


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