Catechesi dei Padri

Claude e Jacqueline Lagarde

La Catechesi biblico-simbolica ha radici molto antiche, perché si ispira alla catechesi dei nostri antenati, i primi cristiani e i Padri della Chiesa.

Essa però richiede delle precauzioni, nel suo impiego, perché l’uomo moderno è dotato di uno spirito storico-critico che i nostri antenati ignoravano; questo significa che di fronte alle stranezze dei testi, non ricercavano una spiegazione di tipo storico, sociale o culturale, ma si dicevano: “Ciò che è strano o illogico, vuol dire qualcos’altro!”.

C’erano dunque due livelli di lettura: un livello esteriore, il testo così come si presenta in superficie, e un livello interiore, che la tradizione chiama senso spirituale.

La catechesi biblico-simbolica è innanzi tutto biblica, ma si serve di racconti, di storie con immagini e cose concrete; sappiamo infatti che è inutile trasmettere ai ragazzi dei discorsi astratti di cui non resterà nulla.

Come afferma Piaget, la memoria dei bambini è concreta, il loro è un “pensiero concreto”. Ciò significa che solo sulle immagini si fissano l’affettività e l’emozione. Il sentimento si impadronisce dell’immagine e avviene una mescolanza tra affetto e intelletto, come nella vita.

La pedagogia allora dovrà aiutare il ragazzo perché la sua affettività si leghi ad un racconto, una storia il cui senso, la cui logica sia quella del Vangelo: la logica pasquale: “Dona la tua vita per ricevere un’Altra vita” e la logica battesimale, rappresentata dal passaggio del Mar Rosso.


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