C’era una volta un re (2)

Giovanni Colpo

Matteo ci sta raccontando qualcosa della storia di Levi? Forse… O forse è la storia di un altro funzionario, un altro pubblicano amico di Levi, che aveva fatto la cresta sulle tasse (e quale pubblicano non faceva la cresta?) e doveva restituire chissà quanti talenti, quanti milioni di euro al suo Re o Signore…

Ma smettiamola di contare soldi. Perché – alla fine dei conti – i numeri semplicemente ci dicono con sottile ironia lo sterminato debito del satrapo o funzionario e l’incalcolabile dono del kyrios: il con-dono, il per-dono.

Sembra quasi la traduzione in midrash dei versi del salmo: “L’uomo non può pagare il riscatto, né dare a Dio il proprio prezzo, costa troppo caro il riscatto di una vita, non potrà mai bastare… Ma sarà Dio che riscatterà la mia vita. Sarà lui che mi strapperà dalle mani dello Sheol” (Sal 49, 8.9.16).

Questa parabola, così vera che sembra quasi la storia vera di Matteo, con tutto che descrive situazioni di vita concrete e realistiche, resta così insolita e sorprendente che può averla raccontata solo Gesù.

Matteo, in tutta la sua vita di gabelliere, ha visto creditori che prendono per il collo il loro debitori: oh sì, questo l’ha visto molte volte. Ma non ha mai visto un Re condonare un debito, Matteo non può nemmeno immaginare che un re possa condonare un debito così grande.

Solo Gesù ha visioni di sconfinata misericordia…

Ecco, e se a me condonassero un debito, cosa farei? Se la banca mi condonasse il mutuo contratto per pagarmi la casa, come reagirei? Non farei salti di gioia?  Non uscirei dalla banca cantando e ballando? Non abbraccerei tutti quelli che incontro? Non organizzerei una festa in famiglia, un banchetto con gli amici per festeggiare l’avvenimento?

E se incontrassi qualcuno che mi deve qualche soldo, cosa farei? Non potrei magari condonargli il suo debito verso di me? Tutto o una parte? Uno sconto almeno?

Il debitore della parabola invece, il debitore condonato è appena uscito dall’incontro con il suo re e signore e ha già dimenticato tutto…

Possibile che un servo possa dimenticare il condono, dimenticare la misericordia ricevuta, dimenticare la gioia e, uscito fuori, possa prendere per il collo un collega, per un debito di pochi denari?

Signore, sono forse io, quel servo? Signore, aiutami a non dimenticare il tuo dono, aiutami a non dimenticare mai la gioia per il tuo perdono! “Fammi sentire gioia e letizia… Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me uno spirito generoso” (Sal 51, 10.14)

Che la gioia mi faccia memoria della salvezza appena ottenuta! Che la tua generosità mi aiuti ad essere anch’io un po’ più generoso…


Lascia un commento