Discorsi senza l’asino

Giovanni Colpo

 Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare?

Nelle parole di Giacobbe sentiamo riecheggiare le attese messianiche dell’epoca: l’attesa di un re e delle sue imprese vittoriose che avrebbero ripristinato il regno d’Israele e avrebbero rivelato la gloria di Jhwh.

Ma noi che leggiamo la profezia guardando a ritroso, possiamo scoprire aspetti nascosti che ci svelano significati inattesi.

Giacobbe benedice Giuda e gli assegna la primogenitura. Giuda non è il primo dei dodici fratelli, non spetta a lui la primogenitura, ma gli venne concessa in dono: se l’era meritata? era forse migliore dei suoi fratelli? No, anche lui ha partecipato alla congiura contro Giuseppe, ma si riscatterà perché nel cuore di Giuda si mescolano grumi d’amore tossico e slanci di amore generoso.

E dobbiamo riconoscere che Giuda effettivamente si riscatta quando si offre ostaggio al posto di Beniamino: “Allora Giuda si fece innanzi e disse a Giuseppe governatore d’Egitto: “Perdona, mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; …33 Ora, lascia che il tuo servo rimanga al posto del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto torni lassù con i suoi fratelli! 34Perché, come potrei tornare da mio padre senza avere con me il giovinetto? Che io non veda il male che colpirebbe mio padre!” (Gn 45, 18-34).

In trasparenza questo episodio ci fa intravvedere la missione di Gesù, colui che salva i suoi fratelli, salva noi offrendo in sacrifico sé stesso… Gesù, nostro fratello, che salva noi, per amore nostro, certo, ma rivelandoci il vincolo d’amore che lo lega al Padre!

In questa offerta sacrificale della vita di Gesù, possiamo rileggere e dare senso anche agli ultimi versi della profezia di Giacobbe: “lava nel vino la sua veste e nel sangue dell’uva il suo manto” (Gn 49, 11). Giacobbe era troppo lontano, Giacobbe ha sbagliato, Giacobbe ha visto male la sua visione profetica: non è uva, non è vino.

Gesù lava nel sangue la sua veste: nel suo sangue. Re vittorioso!

***

Giuda: il destino in un nome.

Fin dall’inizio c’era nel nome di Giuda la profezia del mercante, mercante di uomini, mercante di vite umane: non l’ingenuo scafista, ma il losco trafficante. Fu Giuda a proporre di vendere Giuseppe per venti sicli d’argento alla carovana di Ismaeliti che andavano in Egitto. Fu lodato per questo, perché così salvò la vita a Giuseppe.   

Giuda, Yeudah, יְהוּדָה che vuol dire lodato.

Anni dopo, fu ancora Giuda ad offrire se stesso, non per venti sicli d’argento ma come merce di scambio per la vita di Beniamino: anche per questo fu lodato, perché così salvò questa volta la vita di suo padre.

Giuda, Yeudah, יְהוּדָה che vuol dire lodato.

Lo stesso destino di mercante gravò sull’altro Giuda, quello detto Iscariota, che ai capi dei sacerdoti e agli anziani, i peggiori mercanti del tempio, ha venduto Gesù per trenta pezzi d’argento, il prezzo di uno schiavo.

Giuda, Yeudah, יְהוּדָה che vuol dire lodato: si rallegrarono allora i capi dei sacerdoti e lodarono il mercante e l’affare.

C’era poco da lodare. E quando Giuda l’apostolo si accorse che il suo commercio non salvava la vita a nessuno tornò dai sacerdoti: “Perdonate, disse, mi sia permesso far sentire una parola ai vostri orecchi: lasciate che rimanga io al posto di Gesù da Nazareth: io vi sarò schiavo e Gesù torni con sua madre e i suoi fratelli! Al posto di Gesù, riprendete le vostre monete, prendete me, prendete la mia vita…”

I capi dei sacerdoti accettarono l’argento, ma rifiutarono il sangue di Giuda.

Sentite la risata beffarda del “Pensaci tu! Adesso sono solo affari tuoi!”. Sentite il tintinnio delle monete d’argento gettate sui marmi del Tempio. E Giuda lasciò monete e tempio per andarsi ad impiccare. Fu così che Giuda non salvò la vita a Gesù. E nemmeno la sua.

Giuda, Yeudah, יְהוּדָה che vuol dire lodato: cosa dovremmo ancora lodare di Giuda? Il tormentato rimorso? La restituzione dell’argento? L’offerta del suo sangue?

Fu così che Gesù lavò nel sangue la sua veste: nel suo sangue. Re mite e vittorioso!


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