Per un primo incontro con i genitori

Claude e Jacqueline Lagarde

Da dove viene la “Messa” che oggi chiamiamo con un’antica espressione greca: Eucaristia?

Eusignifica buono e “charis: grazie. L’usanza ebraica di “rendere grazie” a Dio soprattutto nel momento del pasto è stata trasmessa alla Chiesa cristiana.

Colui che presiede la mensa alza un calice di vino, rende grazie a Dio e lo benedice: “Benedetto sei Tu, Dio dell’universo. Tu ci doni questo pane… ci doni questo vino”. Questa benedizione poteva essere più estesa, si chiama: “Eucaristia”.

Perché dire: “eucaristia” e non “benedizione”? Senza dubbio per sottolineare che la grazia viene dal Creatore che ci vuole bene (Egli ci benedice) e che la Creazione è buona. La benedizione, d’altronde. è sempre stata associata alla lode e a ciò che i salmi chiamano: “un sacrificio di lode” (Sal.4,6; 15,21) o un “sacrificio di rendimento di grazie” (Sal.50,14; Sal.107,22): offerta di sé nella preghiera.

Così la Messa ci fa scendere una buona quantità di grazia. E chi dice. “grazia”, dice: “salvezza”. Dio ci grazia, Dio ci perdona.

Il perdono! Qui ci scontriamo con una parola difficile. I ragazzi confondono in effetti “perdonare” e “scusarsi”; ciò introduce nella loro mente una doppia confusione.

Ancora a dieci anni hanno difficoltà a comprendere che il perdono deve venire dall’altro, da colui che è stato ferito e non da colui che ha ferito. Essi dicono “perdono”, come se dicessero “mi scuso”, tutti incentrati su loro stessi. Si scusano, fanno la mossa e pensano che debbano essere perdonati.

Per la Bibbia, ogni perdono viene da Dio, anche quello che offriamo a coloro che ci hanno offeso. Questo è il testo del Padre Nostro: “Perdonaci come noi perdoniamo “, o piuttosto: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

Non si tratta certamente di un dare-avere, di una specie di ricatto- scambio, ma bensì di un grazie a Dio che ci manda la grazia e la forza interiore di non odiare più l’altro. Giungo a perdonare (cosa talvolta difficile) grazie alla forza d’amore che Cristo infonde in me. Grazie Signore!

Nell’universo mentale della Bibbia, Dio perdona mandando dall’alto il dono perfetto dell’amore. Tramite questo dono, siamo ricreati in questo amore inaudito.

Il mondo pagano dà a questa parola un significato ateo. Perdonare è fermare il risentimento, dimenticare l’offesa. Dio non vi gioca nessun ruolo, l’accezione della parola è solo psicologica e morale. Spesso è così che i giovani capiscono il “perdono”, un atto che viene da se stessi e non da Dio. Il perdono non è affatto eucaristico.


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