Domenica di Pentecoste (anno A)

At 2,1-11; Sl 103; 1Cor 12,3-13; Gv 20,19-23. La sera di quel giorno, il primo della settimana – scrive Giovanni – venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».

Proprio nell’istante in cui la luce si dilegua e il giorno volge al declino, viene Gesù e quel momento acquista il sapore dell’inizio dove tutto riparte e ricomincia.

«Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro, racconta Luca nell’episodio dei due discepoli di Emmaus (Lc 24,29). Discepoli raggiunti da Gesù mentre se ne vanno con il volto triste per la speranza perduta.

Quando, posti di fronte a certi eventi drammatici siamo come avvolti nella nube in cui ogni certezza viene meno, ciò che rimane è una presenza della quale, pur dubitando come i discepoli (Mt 28,17), ci si affida.

Resta con noi perché si fa sera… ed egli entrò per rimanere con loro, racconta Luca. I due di Emmaus hanno occhi velati dalla tristezza che non permette loro di riconoscere il Signore che li ha accompagnati lungo il cammino. Ma la preghiera esaudita che porta Gesù ad entrare per restare con loro, li conduce a vedere l’invisibile.

Il Signore entra per rimanere con loro, narrazione di una Pentecoste anticipata e rinnovata ogni qual volta lui ci raggiunge per stare con noi.  

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste… venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano (At 2,1-2). Quando meno te lo aspetti, come il fragore di un vento impetuoso, la presenza di Dio riempie il vuoto di un’esistenza spogliata.

Perché la sua vicinanza porta i segni della passione impressi in un Corpo che è il Corpo dell’umanità ferita e straziata da ogni forma di dolore. Vicinanza che è presenza nel dono dello Spirito, respiro della vita perduta e ritrovata come compimento della Pasqua.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità… voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi (GV 14,16-20).

Vi mando il Paraclito, dice Gesù, colui che vi sta vicino perché nessuno di voi si senta solo e abbandonato. Amore di un Dio che non si impone, ma si propone nella presenza discreta che accompagna la vita che ha bisogno di ritrovare ancora spazi per ricominciare.

Presenza di un Dio che rimane invisibile perché rimanda a noi la capacità di intrecciare legami in grado di soffiare ancora aliti di vita in coloro che hanno bisogno di respiro. Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Vittorio Gnoato


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