Stefano testimone fedele

Beniamino Pizziol

Gli apostoli non furono gli unici protagonisti della prima comunità cristiana, presto compare uno dei sette diaconi: Stefano. Egli dà testimonianza davanti al popolo e alle autorità, con il medesimo coraggio e la medesima lucidità di Pietro e degli altri apostoli (At 6,8-15).

A Stefano si oppone della sinagoga detta dei “liberti”, di coloro che erano vissuti come schiavi, fuori della Palestina, e poi erano stati liberati e rimpatriati; erano ritenuti più aperti dei Giudei di Gerusalemme, per questo motivo avevano una sinagoga propria.

Tuttavia, anche costoro, benché più aperti alle novità. non accettano la predicazione di Stefano circa la legge e il tempio, come li aveva pensati Gesù. Lo fanno catturare e portare davanti al Sinedrio. Eppure quelli del sinedrio, fissando gli occhi su Stefano: videro il volto come quello di un angelo.

Egli pronuncia con fermezza un lungo discorso (At 6-8), una catechesi molto completa e strutturata sulla storia della salvezza, a partire dal Primo Testamento per giungere fino al Messia, atteso nella pienezza dei tempi. Stefano rinfaccia ai giudei di aver opposto ancora una volta resistenza allo Spirito e di non aver saputo riconoscere il Messia, di averlo tradito e ucciso.

La reazione degli uditori è furiosa, soprattutto quando lo sentono affermare: Ecco io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio. Allora lo trascinano fuori della città e lo lapidano dopo aver deposto i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo.

C’è un parallelismo tra la morte di Stefano e quella di Gesù: tutti e due accusati davanti al Sinedrio da falsi testimoni che li accusano di bestemmia; tutti e due sono giustiziati fuori della città; tutti e due affidano il loro spirito nelle mani di Dio e perdonano il loro nemici.

La sua lapidazione ha come conseguenza la dispersione di una parte della comunità cristiana di Gerusalemme. Questo pareva un colpo mortale per la Chiesa, invece la comunità divenne più missionaria: Quelli che erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola (At 8,4)

Anche a noi capiterà, a volte, di trovarci in un mondo ostile al messaggio cristiano. Non è impossibile che siamo tentati di nascondere la nostra testimonianza, per evitare le difficoltà o per il timore di non ottenere un posto di potere o di prestigio. Siamo chiamati, come il diacono Stefano, a seguire gli insegnamenti profetici e evangelici. Stefano non solo crede nella Pasqua di Cristo, nella sua morte e risurrezione, ma la sperimenta concretamente nella sua vita.


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