Alla chiesa italiana scrivi: …ascolta

Andrea Grillo e Marinella Perroni

Ascolta, prima di parlare, e le tue parole torneranno a essere autorevoli. Ma impara che l’ascolto non è un atto paternalistico, non tradisce condiscendente sufficienza, ma pretende autentico riconoscimento e profondo rispetto.

L’ascolto è esigente, chiede attento discernimento e risoluta volontà di cambiamento. Non è forse proprio questa la strada per lasciarsi dietro le spalle l’epoca del clericalismo? Non è forse questa la prima, grande riforma di cui anche la nostra chiesa, come tutte le altre chiese, ha enorme bisogno?

Generazioni di adulti che hanno creduto nel Concilio, generazioni di donne per le quali fede e consapevolezza di sé maturano al cuore l’una dell’altra, generazioni di giovani che non accettano di restare orfani di Dio ancora sperano che tu sia capace di aprire spazi di confronto. Perché non hai paura di cambiare.

Hai sempre pensato che gli scismi e le scomuniche sono quelli che si consumano tra i capi delle chiese. E spesso è stato così. Ora, però, non più. E lo scisma silenzioso delle donne e dei giovani rende le nostre comunità esangui.

È vero: una chiesa che difende strenuamente la gerarchia dei sessi, non ce la fa ad accettare la forza delle donne; e per una chiesa patriarcale quella dei giovani è una lingua incomprensibile. Eppure, proprio questo per te può diventare il tempo della fiducia: dai fiducia alle istanze delle donne: non sono pericolose, sono vitali; dai fiducia all’inquietudine dei giovani: è seme che marcisce nella terra e darà il suo frutto al tempo opportuno. Non permettere che se ne vadano e, se decideranno lo stesso di andare, almeno dà loro la parte di eredità che gli spetta.

Hai da imparare un nuovo linguaggio, quello del tempo relazionale e dello spazio sociale. Siamo entrati ormai, da più di un secolo, in un “tempo tutto omogeneo” che ci permette molto, ma ci leva altrettanto. Tempo omogeneo e tempo irreversibile non lasciano spazio alla festa. Tutto nel tempo può essere diverso, tutto uguale, tutto libero o tutto vincolato, ma solo la festa dischiude il fratello, svela la sorella.

Fraternità, sororità e tempo festivo si corrispondono. Sei chiesa e per questo madre e maestra di fraternità e sororità. Insegnare lo spazio e il tempo di vera fraternità/sororità: a questo oggi i discepoli di Cristo potrebbero lavorare in Italia con una nuova e sorprendente capacità culturale. Trova il coraggio di fare cultura, di uscire dalla nicchia, di navigare in mare aperto. Imparando a fondo proprio nel momento in cui insegni davvero. Non è altro, in fondo, che il tuo coraggio di essere Chiesa.


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