XVIII domenica del T. O. anno B

Es 16, 2-15 Sal 77 Ef 4,17-24 Gv 6,24-35

COMMENTO AL VANGELO DI GV 6,24-35 DOMENICA 1° AGOSTO 2021

La prima lettura e il Vangelo di oggi raccontano di un dialogo tra Dio e gli Israeliti tramite Mosè e tra Gesù e la folla. E’ un dialogo che nasce dalla mormorazione di essere senza pane, senza cibo e che Dio è l’artefice di ogni loro guaio.

E’ strano come noi uomini e donne ci ricordiamo del male ma non del bene: non ricorda forse il popolo che Dio scacciò Adamo dal paradiso dicendogli che avrebbe dovuto procurarsi il cibo col sudore della fronte? Ma poi lo ha salvato dal diluvio, lo ha condotto fuori dall’Egitto, ha stretto un’alleanza con lui, lo ha accompagnato nel cammino di liberazione.

Le prove della vita, nel cammino del deserto, sono coperte dalle ali della misericordia di Dio che ci porta non a cercare la manna, che sfama il corpo e ha bisogno di essere continuamente raccolta, ma a scoprire ciò per cui vivere saziando la nostra sete e fame interiore donandoci la felicità.

Vita di cielo e di terra intrecciate tra loro. Il Signore è mia forza, mio canto, egli la mia sola salvezza (Sal 118,14)

Ecco la domanda fondamentale che dovremmo farci: Cosa cerchiamo? Di che cosa abbiamo fame? Cosa posso fare per sfamarmi e per sfamare i miei fratelli?

Prima di tutto credere in Dio e in Cristo. Dio misericordia non chiede, non pretende, non esige, DIO DA’ VITA, E’ VITA.

CRISTO E’ PANE E RESPIRO, FORZA, perché l’uomo continui a rinnovarsi.

Scriveva don Mazzolari: “Il mondo si muove se qualcuno ci fa nuova creatura. La primavera comincia con il primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, l’amore con il primo sogno”.

Crediamo in Colui che solo nutre e colma le profondità della vita? Credere è come mangiare un pane che si dirama per tutto il nostro essere, partendo ed arrivando al cuore.

Man-nu, che cos’è, si chiedono gli israeliti. Dio dà da mangiare domande. Abbiamo anche noi domande, interrogativi su Dio, sulla nostra vita che scaturiscono dai segni dei tempi?

Ai figli diamo solo risposte che non costano nulla, oppure sollecitiamo domande che creano in loro attenzione e verifiche? La libertà e la felicità esigono responsabilità.

La liberazione del cuore esige un cammino nel deserto della vita dove le prove vanno attraversate con la grazia di Dio, che non è merito nostro ma dono gratuito di Gesù scaturito della Croce.

Gli ebrei dubitavano dell’azione di Dio, ma Dio non può non sfamare il suo popolo, ed ecco la manna. Ma la manna sfama la fame che non cessa mai, come abbiamo visto prima.

Il segreto della vita, non sta soltanto nel vivere, ma in ciò per cui si vive.

Mangiare Gesù vuol dire mangiarlo attraverso la sua Parola, che interroga la nostra vita per trovarne il senso. Cristo alimenta la vita, la sazia. Dobbiamo cercare una risposta al bisogno non per ottenere grazie o miracoli, ma per saziare la fame di Dio, del cielo, di amore, di pace: fame di vita eterna. Gesù offre una pace che dà la vita al mondo e la folla chiede questo pane con un imperativo: Dacci!

Ecco che Gesù risponde con il versetto centrale di questo Vangelo: Sono io il pane della vita. Ho saziato per un giorno la vostra fame ma posso colmare tutta la vostra vita.

Gesù pane di vita contiene tutto ciò che serve a mantenere la vita stessa e che ci ha insegnato a chiedere con il Padre Nostro: pace, libertà, coraggio, senso, bellezza.

L’uomo nasce affamato di latte, sogni, carezze; i giovani hanno fame di essere amati, gli sposi hanno fame l’uno dell’altro e un frutto si incarnerà nel loro amore. Ma anche se raggiungiamo tutto questo, resta in noi un’inquietudine: “Ci hai fatti per te, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te” (Sant’Agostino). Domenica scorsa Gesù distribuiva il pane, oggi distribuisce se stesso come pane.

Come gustare Cristo Parola e Pane? Con la contemplazione, riconoscendo Lui come centro della nostra vita e come datore dello Spirito Santo che ci aiuta in scelte che non cambiano come il vento ma ci aiutano a capire la logica di Dio, racchiusa nei segni dei tempi che viviamo.

Valeria Ceschin


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