La storia di Zaccheo: Gerico

Frédéric Manns

Gesù con i suoi discepoli stava per entrare nell’oasi di Gerico, ricca di palme e alberi da frutto di ogni specie. «Un po’ di riposo non fa male prima di salire a Gerusalemme», disse.

Mentre erano seduti i discepoli non potevano non ricordare le avventure di Giosuè e l’intervento miracoloso di Dio che aveva abbattuto le mura della città. Era la prima città conquistata dalle tribù ebraiche che ne sterminarono gli abitanti. «Dio che ha fatto miracoli continua a fare grandi cose, diceva Giovanni.

La prostituta Rahab che aveva aperto le porte alle spie era stata considerata da tutti una santa, ma è permesso di dubitare», continuò l’apostolo. Dio scrive dritto con linee storte.

Giovanni ricordò di aver sentito che il re Erode aveva costruito il suo palazzo d’inverno dove trascorreva una parte dell’anno. Il re viveva lì nel passato in compagnia del suo segretario Nicolao di Damasco e di sua sorella Salome. La città del profumo per le migliaia di essenze profumate che ne facevano una sorta di Paradiso, era stata regalata da Marco Antonio a Cleopatra come giardino personale e da lei ceduta ad Erode il Grande.

Egli vi costruì un palazzo e ne sfruttò economicamente molte essenze facendo produrre preziosi unguenti. Il balsamo di Gerico era molto pregiato. Ormai il Re era morto. Gesù ascoltava Giovanni e concluse: «Anna, la madre di Samuele, aveva ragione di dire: Rovescia i potenti dai troni».

Gerico era anche la città della luna, il gioiello verde nel deserto adagiato sotto il livello del mare. Questo miracolo era dovuto al fatto che il profeta Eliseo aveva gettato un po’ di sale nella sorgente d’acqua puzzolente. Quando c’è acqua la vita esplode.

La città delle palme portò in mente ai discepoli la festa dei tabernacoli che ogni anno ricordava la caduta di Gerico, simbolo della distruzione del male. Sette volte i pellegrini giravano intorno all’altare cantando Hoshanna e agitando le palme che tenevano nelle mani.

Questo gesto voleva ripetere la presa della città e ricordare che il male è distrutto, ma è ancora presente nel mondo. Gerico era la figura del mondo presente dove il male si circonda con mura potenti. «Ci penseremo il prossimo autunno», dissero i discepoli. Questo messaggio venne illustrato concretamente nell’incontro che i discepoli stavano vivendo con Gesù (continua)


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