Beniamino Pizziol
Nei primi capitoli dell’Apocalisse di san Giovanni, dopo la lettera alla chiesa di Efeso, leggiamo quelle rivolte alla chiese di Sardi e di Laodicea, che si trovavano nell’attuale Turchia.
Sardi era una città commerciale molto viva, la sua lettera inizia con un rimprovero: ti si crede vivo e sei morto… perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Tuttavia nella comunità vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti, e hanno resistito alle tentazioni del mondo. Questi parteciperanno alla vittoria di Cristo.
Laodicea, città vicina a Colossi, aveva sorgenti termali, era ricca di prodotti tessili ed era famosa per la sua scuola di medicina oculistica.
Anche in questa lettera l’inizio è molto duro: Tu non sei né freddo, né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Pertanto la comunità è invitata ad acquistare collirio per ungere gli occhi e recuperare la vista.
Giovanni spiega anche il senso di questi rimproveri: Io tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Ma è consolante l’espressione, tante volta ripresa nelle meditazioni per i ritiri e gli esercizi spirituali: Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui. cenerò con lui ed egli con me.
Queste lettere diventano un’occasione anche per noi, per fare un esame di coscienza: com’è la nostra vita cristiana? E’ piena di vitalità, di impegno, oppure è tiepida e mediocre?
Accogliamo dunque a cuore aperto l’esortazione: Ricorda come hai accolto la parola, osservala e ravvediti. Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane.