Trasfigurazione della Parola

M. Gabriella De Gennaro Pellegrini – da una suggestione di Claude e Jacqueline Lagarde

Gesù fu trasfigurato davanti ai tre discepoli, sull’alto monte, in disparte. Erano soli. E Gesù si trasformò ai loro occhi, apparve diverso, altro. Tutto ciò avviene anche quando un testo di Scrittura, proclamato, accolto in noi e meditato in preghiera, diviene, dentro di noi, Parola di Dio.

Le parole, stese in un testo scritto, finché restano sulla pagina, rischiano di restare lettera morta; ma si animano, si trasformano nel cuore di chi ascolta; così cambiano aspetto, fanno apparire il mistero e lo rivelano all’orante. È la parola di Dio per ciascuno.

Proviamo a fare un’operazione di trasfigurazione rileggendo il testo di Genesi capitolo 22, versetti 2-13. Cosa – o forse chi – apparirà in filigrana?

Ecco cosa ascoltiamo nel cuore:

“Il padre udì questa parola: – Alzati, va’, prendi tuo figlio, il tuo unico figlio, l’unigenito amato, va’ nel territorio che io ti indicherò e offrilo in sacrificio sul monte.

Il padre si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio, spaccò il legno per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno egli alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo, allora disse ai suoi servi: – Fermatevi qui con l’asino, io e mio figlio andremo fin lassù, ci prostreremo e poi torneremo da voi.

Il padre dunque prese il legno dell’olocausto e lo caricò sul figlio, prese in mano il fuoco e il coltello e proseguirono tutti e due insieme.

Il figlio si rivolse al padre e disse: – Padre mio. Rispose: – Eccomi, figlio mio. Riprese: – Ecco qui il fuoco e il legno, ma dov’è l’agnello per l’olocausto? Il padre rispose: – Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!

Proseguirono tutti e due insieme, così arrivarono al luogo che Dio aveva indicato: qui il padre costruì l’altare, collocò il legno, legò il figlio e lo depose sull’altare sopra il legno. Poi il padre prese il coltello per immolare il figlio.

Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e disse: – Non stendere la mano contro il figlio e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio, non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio!

Allora il padre alzò gli occhi e vide un ariete con il capo impigliato tra le spine di un roveto, lo prese e lo offrì in olocausto invece del figlio!”

Questa è la storia. Chi è il vero sacrificato. E’ forse un Agnello! Il Figlio consegnato per amore?

Suggestione tratta da: “Catéchèse biblique symbolique, séquences/tome 2” – di Claude e Jacqueline Lagarde – edizioni Centurion


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