Un nuovo Messale?

Sandro Vigani

La montagna ha partorito il topolino. Ho avuto modo di sfogliare il nuovo messale e leggere alcune recensioni (generalmente positive). Ho l’impressione che questa edizione, tanto attesa e pubblicizzata, sia nata vecchia.

Perché la revisione che ha portato ad essa è iniziata vent’anni fa: in vent’anni il mondo della comunicazione è radicalmente cambiato. E perché le tanto decantate novità sono realmente poche e poco significative.

Permangono nel testo forme letterarie del vecchio messale, obsolete, poco accessibili alla gente, che avremmo sperato fossero rese attuali. Di veramente nuovo c’è la veste grafica.

Questa sì stupisce davvero, ma non positivamente. I caratteri sottilissimi, l’uniformità dell’impaginazione, rendono la lettura molto più faticosa che nel vecchio messale, al quale penseranno con nostalgia i preti solo un poco miopi o presbiti (cioè la maggioranza)!

La montagna ha partorito il topolino. Capita spesso quando il compito di rivedere qualcosa è affidato a ‘professionisti’ che hanno poca consuetudine con la vita quotidiana della comunità cristiana.


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