Ecco sui monti il passo di un messaggero

Beniamino Pizziol

La storia subisce molte svolte. Imperi che sembravano solidi crollano. Come si proclama nel Magnificat, Dio continua ad abbattere i potenti dai troni. Anche Gesù ha detto: Quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.

Due profeti poco conosciuti, Naum e Abacuc, nelle loro pagine ci insegnano a vedere la storia con gli occhi della sapienza e a confidare in Dio che ha sempre in serbo progetti nuovi per salvare l’umanità,

Naum, vissuto nel VII secolo, propone un canto di gioia per il Regno del Sud, perché il Signore annuncia la pace: Ecco sui monti i passi di un messaggero che annuncia la pace.

Nello stesso tempo si rallegra per la caduta di Ninive, che chiama città sanguinaria. La descrive con tratti molto realistici: frusta, carri, cavalli, feriti e morti…

Abacuc, di cui non sappiamo quasi nulla, ha parole piene di consolazione e invitano a una riflessione importante sulla storia. Egli osa interpellare Dio e chiedergli conto del perché permette il male nel mondo.

I Babilonesi, che avevano distrutto gli Assiri, ora tentano di distruggere il Regno del Sud, con capitale Gerusalemme. Il profeta riassume la risposta di Dio che invita alla pazienza e alla fiducia. La visione attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà.

Anche oggi ci ritorna spesso alla mente la stessa domanda: Perché Dio permette il male? Perché permette che i cattivi prosperino nei loro progetti? La storia è intessuta dalla lotta tra il bene e il male, tra i malvagi e gli umili e deboli.

In questa lotta Dio sta dalla parte dei deboli, degli ultimi. Il salmo dice: Tu non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora. A noi è chiesto di avere pazienza attiva, di prenderci cura dei poveri e dei deboli, sapendo che un giorno la zizzania sarà separata dal grano,


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