Crisi della pedagogia d’insegnamento in catechesi

Claude e Jacqueline Lagarde

È forse proprio la pedagogia di insegnamento che, per sua natura, tende ad allontanare i poco o per nulla praticanti dalla comunità cristiana, fino ad escluderli e dimenticarli in una o due generazioni. I gravi limiti di questa pur classica pedagogia potrebbero arrivare a produrre una certa distorsione della fede persino in famiglie fedeli alla pratica domenicale.

In effetti essa non consente con certezza ai praticanti di comprendere che il linguaggio biblico dovrebbe divenire il nutrimento spirituale dato da Dio per operare nell’azione caritativa della comunità. Il linguaggio della Chiesa è compreso da alcuni praticanti come semplice conoscenza religiosa e non come realtà da vivere fino alla preghiera e all’azione. Questa cesura non è forse iscritta nella logica stessa della pedagogia di insegnamento?

Israele – che ogni giorno ripete “Ascolta Israele…” – era avvertito circa l’importanza della Parola di Dio. Questo ascolto è sempre stato una difesa contro l’idolatria religiosa delle nazioni. Un cristianesimo che dimenticasse l’ascolto della Parola di Dio subirebbe la stessa sorte dell’antico Israele. Martin Buber scriveva queste parole piene di sapienza : “Dio parla all’uomo e la sua Parola non è solo dottrina, ma anzitutto amore che interpella: l’uomo deve rispondere, deve prendere posizione”.

Tale pedagogia si poteva giustificare quando la parrocchia era una comunità umana integrata che viveva collettivamente al ritmo della liturgia. Il linguaggio del catechismo era spontaneamente associato alla pratica religiosa e all’etica accettata da tutte le brave persone.

All’epoca l’insegnamento del catechismo non aveva  nulla di “oggettivo”, secondo il significato attuale del termine, poiché il linguaggio era spontaneamente vissuto dall’insieme della comunità fin dall’infanzia. Ma oggi quest’epoca è passata, l’insegnamento religioso è separato dalla comunità praticante. I vescovi francesi hanno dunque avuto il coraggio di trarne le conseguenze: abbandonare questa pedagogia, pervertita dalla secolarizzazione e dall’individualismo ambientale, per sostituirla con una “pedagogia d’iniziazione” alla Parola di Dio, a quel Cristo vivo che bisogna apprendere ad ascoltare e pregare per viverne con gli altr


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