Nascita del Battista

Claude e Jacqueline Lagarde

La liturgia celebra la nascita di Giovanni Battista il 25 giugno, il giorno più lungo dell’anno. L’apparizione di Gabriele a Zaccaria ha dunque luogo nove mesi prima il 25 settembre dell’anno precedente, mentre l’annuncio a Maria si pone all’equinozio successivo, all’inizio di primavera, il 25 marzo.

Siamo forse alla presenza di un antichissimo calendario solare che iscrive la fede nel ritmo delle stagioni:

Autunno: concepimento di Giovanni nel momento in cui il giorno è uguale alla notte, una notte che si va intensificando fino al solstizio.

Inverno: nascita di Gesù. La lunga notte del solstizio ha come divorato la luce. Il Signore nasce nel cuore della notte del mondo, “luce per illuminare le nazioni”. Tema frequente presso i Padri e anche nella liturgia.

Primavera: concepimento di Gesù. Il giorno si è allungato, ora uguaglia le tenebre, ma presto le supererà.

Estate: nascita di Giovanni. Fuoco! La luce è come vittoriosa delle tenebre esteriori, tuttavia i giorno si vanno accorciando fino a Natale!

Le due misteriose gestazioni, quella del profeta e quella di Gesù, il Messia annunciato, si incrociano e compenetrano: l’una chiama l’altra. Per sei mesi, la vecchia Elisabetta è rimasta nascosta, è stato necessario che l’angelo Gabriele rivelasse il segreto a Maria perché questa si precipitasse presso la sua parente.

Qui esplode la gioia comune. Questo incontro di generazioni non è forse quella dei due Testamenti che il cristiano deve vivere nella profondità della sua carne? In altri termini, i due racconti congiunti non rinviano forse all’esperienza cristiana della parola di Dio?

Così aprendo il suo secondo racconto, menzionando il “sesto mese”, Luca dice molto più di una cronologia del passato, in effetti fa dell’ “Annunciazione” (così come l’ha scritta) il supplemento essenziale all’avvenimento divino vissuto dal vecchio sacerdote dell’Antico Testamento. Costui non poteva ancora dirne nulla, poiché mancava della conoscenza dell’avvenire. È invece quanto la liturgia lascia intendere che abbiamo l’occasione di approfondire per noi oggi.

 

 

 


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