Annunciazione come iniziazione cristiana

Claude e Jacqueline Lagarde

Maria è piena di grazia per tre ragioni, enumerate dall’angelo: “Concepirai e partorirai un figlio, e lo chiamerai Gesù (che significa Dio salva)”. Maria, simbolo vivente dell’anima cristiana, è chiamata a concepire il suo amore nella carne, a metterlo al mondo nella sua vita di relazione e a riferirlo non a se stessa ma al Dio salvatore.

Luca non insegna forse l’esistenziale” cristiano? Questo percorso, necessariamente personale, è comune ad ogni cristiano e comporta tre tappe: il concepimento spirituale, la realizzazione nella vita di relazione e la confessione di fede che potrebbe essere così formulata “l’amore che metto al mondo non viene da me, ma da Dio”.

La parola cui si mira con la catechesi degli adulti è una parola biblica esistenziale, una parola che dice la fede del credente nell’ “Uomo-Dio”. Questo tipo di parola non è formale, non è una formula religiosa, ma l’espressione di una esistenza concreta in cui “la carne” è vivificata dall’interno dalla Parola. La parola biblica esistenziale rinvia alla coscienza dell’Alleanza in cui Dio viene realmente a cooperare con l’uomo. Lo scopo da ricercare è la “presenza reale” di Gesù Cristo nella nostra umanità.

Talvolta non tutte le parole di senso, espresse nella condivisione,  hanno  la qualità di una testimonianza che dica il coinvolgimento della persona. Esse sono comunque dette in verità, anche se restano spirituali, astratte o esteriori, ma questo è già un inizio. Lo spirito deve concepire l’amore prima dimetterlo al mondo.  Questo richiede tempo.

Tra il momento in cui il credente si stupisce di ciò che dice il testo biblico e quello in cui sperimenta l’Alleanza fin nella carne, è necessaria una maturazione a volte lunga. Dunque non sempre si può enunciare subito una parola biblica esistenziale. Generalmente vengono espresse parole bibliche spirituali, di una verità meno impegnata ma altrettanto vera. L’iniziazione catechistica dura tutta la vita affinché l’Alleanza si incarni definitivamente nell’uomo biblico.

La preghiera è risposta dell’uomo alla Parola di Dio, ed è anche la sua domanda e ricerca di comprensione. In ogni caso la preghiera è sempre la formulazione dell’eco dentro di sé della Parola di Dio meditata.

Tale formulazione può essere balbettante, difficile; raramente ha la forza della risposta di Maria che dice “fiat!”, “sia fatto di me secondo la tua Parola!. Eco perfetta di un’anima preparata. La meditazione è lunga preparazione dell’anima alla preghiera. È dunque normale che alla fine di ogni catechesi degli adulti, proponiamo la preghiera, tanto “normale”, quanto tuttavia resta difficile!

 


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