Il passaggio del mare (1)

M. Gabriella De Gennaro Pellegrini

Quando Faraone, tiranno duro e crudele, opprimeva il popolo degli Ebrei, Dio inviò Mosè per farli uscire dalla schiavitù degli Egiziani. Non fu facile convincere Faraone a lasciar partire il popolo. Solo l’ultima piaga, la morte dei primogeniti, ottenne il lasciapassare per la partenza.

Con il sangue di un agnello gli Israeliti avevano segnato gli stipiti delle porte perché lo Sterminatore si allontanasse dalle case che portavano il segno del sangue. Così il popolo degli Ebrei fu miracolosamente liberato. Ma Faraone si pentì di aver acconsentito alla loro partenza e si mise ad inseguirli, vide  il mare aprirsi per loro e vi penetrò anche lui con tutto il suo esercito, ponendo i suoi passi sui loro passi: ecco allora che egli fu immediatamente sommerso, inghiottito dal mar Rosso con cavalli e cavalieri.

Quel mare che al gesto di Mosè e del suo legno si era aperto lasciando passare il popolo tra due alte muraglie d’acqua, aveva provocato altre morti, altri stermini, un intero esercito viene travolto e distrutto. Il popolo salutò, allora, l’avvenuta liberazione con canti di lode a Dio e danze di gioia, ma noi, oggi, ci poniamo delle domande. Questo Dio pone dei problemi.

Perché provoca la morte e distrugge un intero esercito per salvare il suo popolo? Perché non esita a far perire i primogeniti degli Egiziani, anche bambini innocenti, per dare la libertà ad un pugno di fuggiaschi?

Domande che da sempre mi nascono dentro e che non oso nemmeno formulare. Domande che sono tentata di rimuovere, annunciando invece che Dio è Amore. Domande che tornano, però, con insistenza dentro di me e faticano a trovare risposta, se mi fermo al racconto del passato.

Cos’è allora questa storia? E’ solo il ricordo di un fatto lontano?

Rileggo meglio il testo e mi accorgo che non parla di sterminio e morte per tutti, si dice soltanto che  Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare. Cosa può essere successo? Gli storici parlano di una o più fughe di alcuni schiavi, magari in tempi diversi, forse attraverso le zone paludose di quello che oggi è l’istmo di Suez; forse non si è trattato di un vero grande “miracolo”, ma il popolo che si era visto perduto, raggiunto dall’esercito del faraone, si trovò “miracolosamente salvato, era al di là del mare attraversato con l’aiuto di una bassa marea… Forse!

Certo il libro dell’Esodo si fonda su avvenimenti passati, ma il credente non può fermarsi qui. La Parola di Dio non sarebbe Parola viva, Parola di Dio per me che ascolto oggi.


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