Dalla missione Etiopia

Nicola De Guio

Qualcuno dice che se sogni nella lingua che stai studiando è un segno che cominci ad impararla. Non so se corrisponda alla realtà, ma ogni tanto mi è capitato di sognare… anche ad occhi aperti cercando di usare la parola giusta, di comunicare qualcosa o semplicemente di voler bene e amare quello che sto facendo e le persone che mi stanno intorno. Possiamo dire che anche questa è missione… ed è un bel impegno anche qui in Etiopia.

Ora che abbiamo terminato le attività per i giovani certamente mi capiterà ancora di sognare, ispirato da quanto abbiamo condiviso in questi giorni dedicati a riflettere sul tema del mese missionario straordinario: Battezzati e inviati.

Non posso riportare quanto abbiamo riflettuto, condiviso e celebrato; mi sono divertito e anche un po’ stancato, ma in tutto questo con Elisabetta e don Stefano stiamo certamente conoscendo la missione ed i giovani delle nostre comunità.

Ognuno, con la sua storia, ci fa sentire parte della loro vita e ci fa capire e gustare il senso della missione nei nostri primi passi. Solo come esempio vi racconto di Masrat (una ragazza con una protesi alla gamba) insieme a qualche altro amico mi ha fatto giocare a pallavolo ed ha voluto far volare l’aquilone che avevo preparato per una attività legata ai sogni .

Ora ci aspetta un po’ di riposo e, prima di riprendere lo studio della lingua (probabilmente in ottobre), nelle prossime settimane ci farà visita qualche amico; sicuramente insieme parleremo della missione e delle cose che ci impegneranno in futuro… mi sa che comincerò a sognare in bianco e nero oltre che in oromo.

 

 


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