Ascolta Israele!

Claude e Jacqueline Lagarde

Entrare nella meditazione cristiana delle Scritture è altro rispetto alla lettura di un commento. La voce di Dio è molto più che l’idea, per quanto morale e religiosa; è vocazione, convocazione, rievocazione, e la sordità dell’essere può condurre alla sua re-vocazione dell’essere. Questa voce è come l’eco che risuona nella valle profonda di una montagna interiore, l’eco che vibra un tempo per attenuarsi e infine spegnersi. E esso si rilancia quando la voce riprende. Così risuona la Parola di Dio al cuore della montagna biblica: tutt’altro luogo rispetto alla piatta immobilità di un testo.

Invece di entrare nelle Scritture per la via diritta del commento, cammineremo con precauzione sui selciati della storia biblica: tanti selciati quante sono le immagini, tanti solchi quante sono le difficoltà testuali nascoste ai nostri occhi di carne, ma una luce invisibile rivelerà il loro messaggio.

Meditare la Bibbia è l’esperienza di un incontro con l’Al di là. Nella fede, naturalmente. Un testo isolato è insufficiente per tracciare da solo un percorso di meditazione, ne sono necessari almeno due, oppure tre o quattro come alla messa. L’eco rimbalza da un pendio all’altro, da un racconto all’altro, e questa eco è quella della voce di cui parla spesso la Scrittura.

La catechesi, scienza – o piuttosto arte – dell’eco, non può appoggiarsi su un solo ed unico testo per segnalare un percorso d’interiorità. È necessario un racconto del “vecchio Testamento” che si rinnovi a contatto del Nuovo. Oppure ci vuole una epistola che prenda senso da un Vangelo. Per questa prima catechesi dell’anno sceglieremo la storia di Saulo sconvolto da Dio sul cammino di Damasco (At 9, 1-18), racconto che farà eco al percorso di Bartimeo, il giovane (figlio di Timeo[1]) che scoprì la luce della fede a Gerico, sul cammino che conduce a Gerusalemme.

Queste due strade si riuniscono per illuminare la nostra. Queste due esperienze arricchiranno il nostro combattimento con la Parola, esse ci introdurranno nel Mistero nascosto da secoli e generazioni, che si rivela in Gesù Cristo (Col 1, 26), il Mistero eucaristico della Parola fatta carne.

 


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