Il Signore Creatore

Claude e Jacqueline Lagarde

Per gli ebrei, Dio ha due « facce » : è il Signore, ed è il Creatore dell’universo. L’orante sente il Signore nella sua preghiera, e riconosce l’autore del cosmo. La Bibbia pone sempre la parola “Signore” prima di “Creatore” perché l’esperienza della voce, del Verbo, è primordiale, fa entrare nell’ascolto orante della Parola. Solo in seguito può prendere senso una riflessione di fondo sulla creazione del mondo, la bellezza e la complessità della natura, il senso di ogni esistenza.

Uno dei nostri amici dice e ridice che non può credere che Gesù di Nazareth, l’ebreo di trent’ anni vissuto 2000 anni fa, possa essere il Figlio di Dio. Come potrebbe una persona di questo tipo, così fissata sul passato, scoprire la Parola di Dio, sentire il Verbo eterno del Padre, se non ne ha l’esperienza? L’approccio storico della Bibbia, soprattutto se è esclusivo, può frapporre un ostacolo insormontabile alla fede in Gesù Cristo. La Bibbia, anche se viene dalla storia d’Israele, non dovrebbe mai essere letta come racconto del passato, ma prima di tutto e sempre nel presente di una vita di fede e di preghiera.

Il Signore rivelato nella Bibbia, è Colui che ebrei e cristiani intendono attraverso l’ascolto orante delle Scritture. Grazie a questo Signore, la voce mormorata nella Bibbia diventa Parola rivolta a colui che ascolta. Per i cristiani, questo Verbo–questa Parola–è Gesù di Nazareth. Il riconoscimento del Signore cresce con l’esperienza ecclesiale dell’ascolto e l’illuminazione dello spirito. Viene utilizzata la catechesi. In compenso, nessuno può dire che Gesù è Signore senza che si impegni personalmente e spiritualmente in un ascolto interiore della Parola riferita ai vangeli di Gesù Cristo. L’approccio storico, per quanto interessante non fa entrare nella chiesa, non è catechesi, può addirittura essere un’anti-catechesi.


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