La conversione della parola con la Parola

Yves Guérette

Il primo contributo che desideriamo focalizzare è l’obiettivo stesso di questa Catechesi. Questa propone ai catecumeni e ai catechisti l’impegno su un cammino di conversione della parola affinché questa possa passare da un livello descrittivo, ancora positivo ed esteriore, verso l’espressione di ciò che sorge dall’interiorità. Detto in altri termini, essa desidera accompagnare catechisti e catecumeni nella trasformazione della loro parola, dapprima impegnata sul piano descrittivo, fattuale e sensibile, verso una parola che testimonia di una penetrazione del mistero e della sua presenza agente.

Ogni testo bilico studiato, riceve la sua verità dalla parola che ne parla, lo attualizza, e gli dona un senso vissuto. Dal nostro punto di vista “biblico-simbolico”, la parola è un’operazione che unisce l’essere umano e il testo, il soggetto e l’oggetto, l’uomo e Dio. L’Alleanza si realizza nell’atto della parola dei catecumeni che l’educatore deve sollecitare. Al posto di porsi la domanda classica: “Come spiegare la lezione ai bambini?”, il catechista si chiede: “Come posso riuscire a permettere ad ogni bambino di avere una parola personale sul racconto biblico studiato?”. Sono due obiettivi molto diversi.

Per accompagnare il passaggio da una parola bloccata all’esteriorità delle realtà che ci circondano, della storia, di Dio e di noi stessi, ad una parola che sorge dall’interiorità e permette d’impegnarsi, nel movimento della Rivelazione, in una reale conversione della persona credente, i Lagarde hanno aperto una prospettiva radicalmente nuova al funzionamento delle Scritture in catechesi.

Per farlo si appoggeranno sulla Tradizione, in particolare sull’esegesi patristica di cui riprenderanno le intuizioni e il metodo. Per i Lagarde, la catechesi non è un insegnamento biblico per la semplice ragione che essa deve insegnare a confrontarsi con la Bibbia, a battersi a lungo con le Scritture, per guarire la propria parola dalle infermità congenite. È in questo combattimento spirituale che il credente incontra l’amore, scopre in se stesso il peccato e allo stesso tempo la salvezza. Il credente combatte con Dio e non col diavolo che ha molto spesso apparenze simpatiche!

La conversione della parola attraverso la Parola che sorge dall’interiorità è letta come una “guarigione della parola umana”. In catechesi, la parola impara a percorrere l’itinerario contrario a quello dei saperi esteriori, per fargli acquisire la traiettoria della grazia, quel cammino che va dalla Parola al mondo, da Dio all’uomo. La conversione corrisponde all’espressione di quella parola biblica, che alita l’amore nell’esistenza mortale».

La catechesi biblica simbolica ha dunque come progetto quello di guidare ed accompagnare il catecumeno alla soglia del dialogo interiore con questo Altro, con questo Ospite che parla nel più intimo di noi stessi rivelandosi il principio stesso della nostra esistenza. «Convertirsi è uscire dalla prigione dell’esteriorità, è incontrare e scoprire la Parola di Dio nel segreto del proprio cuore. Così il credente beneficia dell’amore dall’alto che la Parola divina dona a ciascuno di noi»[4]. Quando la catechesi è stata orientata verso l’esperienza inedita della “risonanza” all’interno del tempio di Dio che è l’essere umano (1 Cor 3, 16), allora la preghiera diventa possibile, poiché il Verbo, Parola interiore, è ascoltato.


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