L’azione trinitaria

Claude Lagarde

 

La Trinità divina, quel Dio che agisce in “tre persone”, è l’Essere supremo che l’essere umano possa immaginare. Non si tratta di tre dei associati, ma la sua azione in noi può far pensare ad una associazione di tre attori: il Padre da cui tutto viene, il Figlio che si è incarnato nella nostra carne, e lo Spirito d’amore, comune al Padre e al Figlio, che non cessa di illuminare i nostri pensieri umani.

La caratteristica principale di questo Essere unico è la sua bontà, attitudine non connaturale all’essere umano. In quanto Creatore, il Dio biblico desidera trasmettere per grazia questa bontà ignorata. Vorrebbe donarla alla terra intera, ma come fare dato che l’idea stessa della bontà gratuita ci è sconosciuta? La risposta si trova nell’esperienza eucaristica.

La lingua greca antica ha tradotto il dono divino della grazia con il termine Eucaristia. Eu significa “buono” e karis vuol dire “grazia”. L’Eu-caristia, che viviamo ad ogni messa, esprime l’azione concertata della “tre persone” divine. I battezzati, immersi in Cristo, sono illuminati dall’azione trinitaria, lo Spirito di santità che Padre e Figlio condividono. Questi cristiani testimoniano un’esperienza che fa loro comprendere le parole e le farsi della storia di Israele raccontata nela Bibbia come profezia del futuro.

I libri biblici evocano questo futuro, presentimento di tutto un popolo. Il cristiano, a sua volta, legge la Bibbia in Gesù Cristo, riferendosi immediatamente all’uomo Gesù presentato nei Vangeli come il Cristo misericordioso, il Messia sconosciuto ai pagani che siamo noi. Questo Messia sperato è percepito come l’unico Signore citato nei libri della Bibbia con le quattro lettere impronunciabili da noi, Y H V H.

In linea di massima il battezzato in Cristo, che ha goduto di una vera catechesi desidera imitare il figlio di Maria che considera come un fratello in umanità, un fratello che gli suggerisce la via da percorrere. A partire da questo spirito cristico il cristiano accoglie, memorizza dentro di sé il testo biblico e intende nel proprio foro interno la Parola che il Padre dei cieli gli rivolge.

Anche lo Spirito santo agisce a partire da dentro il cuore grazie al soffio che, come dice Paolo, si unisce al nostro spirito per illuminarlo (Rm 8,16). Allora per effetto di questa duplice azione divina, una all’interno per mezzo dello Spirito, e l’altra al di fuori per l’esempio di Gesù, la Scrittura biblica si trasforma in una sorta di specchio enigmatico di ciò che siamo, di ciò che viviamo come cristiani.

 

 

 


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