Una luce si accende

Raniero Cantalamessa

In una omelia pasquale anonima del IV secolo, precisamente dell’anno 387,  il vescovo fa una affermazione sorprendentemente moderna, quasi esistenzialistica ante litteram. Dice:

“Per ogni uomo, il principio della vita è quello, a partire dal quale Cristo è stato immolato per lui. Ma Cristo è immolato per lui nel momento in cui egli riconosce la grazia e diventa cosciente della vita procuratagli da quell’immolazione”.

Avvicinandoci al Natale, noi possiamo applicare alla nascita di Cristo quello che l’autore dice della sua morte.  “Per ogni uomo il principio della vita è quello, a partire dal quale Cristo è nato per lui. Ma Cristo nasce per lui nel momento in cui egli riconosce la grazia e diventa cosciente della vita procuratagli da quella nascita”.

È un pensiero che ha attraversato, si può dire, tutta la storia della spiritualità cristiana: “Che giova a me che Cristo sia nato una volta da Maria a Betlemme, se non nasce anche per fede nella mia anima?” In questo senso, ogni Natale, anche quello di quest’anno, potrebbe essere il primo vero Natale della nostra vita.

Un filosofo ateo ha descritto, in una pagina famosa, il momento in cui uno scopre l’esistenza, delle cose; scopre cioè che esse esistono nella realtà e non solo nel pensiero.

Qualcosa di analogo avviene quando uno che ha pronunciato infinite volte il nome di Gesù, che conosce quasi tutto su di lui, che ha celebrato innumerevoli Messe, un giorno  scopre che Gesù non è solo una memoria del passato, per quanto liturgica e sacramentale, non è un insieme di dottrine, di dogmi, un oggetto di studio; non è , in somma, un personaggio, ma una persona vivente ed esistente, anche se invisibile agli occhi del corpo. Ecco, Cristo è nato in lui; è avvenuto un salto di qualità nel suo rapporto con Cristo.

È quello che hanno sperimentato i grandi convertiti, nel momento in cui,  per un incontro, una parola, una illuminazione dall’alto, improvvisamente si è accesa in loro una grande luce, ne hanno avuto, anche loro, “il fiato mozzo” e hanno esclamato: “ Ma allora Dio c’è! È tutto vero!”

Successe, per esempio, a Paul Claudel che il giorno di Natale del 1886 entrò per curiosità nella cattedrale di Notre Dame a Parigi e, ascoltando il canto del Magnificat, ebbe “il sentimento lacerante dell’eterna infanzia di  Dio” ed esclamò: “Sì, è vero, è proprio vero! Dio esiste. è qui. è qualcuno, è un essere personale come me! Mi ama, mi chiama”. In quell’istante, scrisse più tardi, “ sentii entrare in me tutta la fede della Chiesa”.

 


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