Verso il Natale

Claude e Jacqueline Lagarde

Due vangeli lo annunciano, sebbene non sempre la liturgia domenicale ne colga l’eco: l’annuncio della nascita di Giovanni Battista al padre Zaccaria (Lc 1,5-25) e quello della nascita di Gesù alla giovane Maria (Lc 1,26-38).

L’Annunciazione che si celebra il 25 marzo, nove mesi prima di Natale è sempre richiamata l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione. Per l’anno A, viene ricordata anche il lunedì che precede la Natività, mentre la Visitazione è richiamata il martedì. Anche per l’anno B, l’Annunciazione è celebrata due volte: il venerdì che precede la quarta domenica d’avvento e nuovamente due giorni dopo, la quarta domenica. La Visitazione è celebrata il sabato che precede questa stessa domenica. L’anno C propone i tre racconti di Luca uno dopo l’altro: il venerdì che precede la quarta domenica d’Avvento, l’annuncio a Zaccaria; il sabato l’Annunciazione e la domenica la Visitazione.

Luca racconta in modo strano un doppio avvenimento che si realizza a sei mesi d’intervallo. La stranezza della scrittura dovrebbe rimettere in memoria la “Promessa” che l’Antico Testamento profetico annunciava nelle sue parole. Dal momento che questa Promessa viene dal Dio invisibile che è tutto spirito, essa non può essere data in chiaro all’essere di carne che siamo noi, non è paragonabile ad un messaggio postale. Innanzitutto è necessaria la fede per esservi interessati; inoltre ci vogliono curiosità e perseveranza per decriptare le immagini bibliche al di là del senso letterale che è solo il punto di partenza dell’intelligenza della fede. Infine c’è il cammino ecclesiale della meditazione che conduce a quel “cuore della fede” che non è nel testo, ma è posto nel “corpo” vivo della Chiesa.

Il credente è invitato ad ascoltare Dio oggi, al di là delle parole del testo. È il Signore che gli parla, non il testo, Egli si rivolge all’uomo concreto che non può essere immutabile poiché vive quotidianamente situazioni nuove, relazioni nuove. Dio parla all’uomo il cui corpo manifesta l’unicità, non si rivolge ad una scienza anonima. Oggi il Creatore chiede a ciascun credente dov’è nella sua vita: “Adamo, dove sei?” (Gn 3,9). Questa è la ragione profonda che ha il credente di stupirsi.

Il movimento di sorpresa provocato dal vangelo “midrashico”, è la verità che la Parola di Dio genera nell’uomo, verità venuta dall’aldilà del cosmo nell’esistenza umana. È il “per me” interiore, necessariamente singolare, che deve essere espresso nella condivisione, un “per me” che sarà esplicitato nella seconda parte del tempo di parola.

 

 

 


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