A chi ha sarà dato

Pierangelo Ruaro

Gesù ha appena raccontato la parabola del seminatore con la sua spiegazione. Ora aggiunge: Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Il seme, anche quando viene seminato nell’oscurità della terra, e vi rimane a lungo nascosto, non tarderà a manifestare la sua fecondità.

Come un padrone di casa non nasconde la sua lampada, ma la pone su un candelabro perché tutti possano vedere la sua luce, così fa Dio: rivela il mistero del suo regno perché tutti possano lasciarsi illuminare. Anche quando il Regno sembra smentito, contraddetto, rimane che la sua luce non potrà restare a lungo nascosta: prima o poi si manifesterà.

Bisogna per questo avere fiducia. Gesù dice: A chi ha sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che crede di avere. Che differenza c’è tra chi ha e chi presume di avere? Ha davvero, chi pone la propria fiducia non in ciò che possiede, ma in ciò che accoglie: il seme seminato nel terreno della sua vita. Presume di avere chi al contrario confida in se stesso, al punto da ritenere di non aver bisogno di ricevere alcunché. A chi ha fiducia verrà dato, perché il seme sprigionerà in lui la sua fecondità e produrrà i suoi frutti.

Dio ci chiede di custodire questa fiducia per perseverare nella fede. Questa è stata l’esperienza del popolo di Israele, che persino nella notte più oscura della sua storia – quale è stata la tragedia dell’esilio – vede esplodere una luce di speranza.

Ciro, re di Persia, un sovrano pagano, consente al popolo esiliato di tornare a Gerusalemme per ricostruirvi il tempio. L’editto è di Ciro, ma tutto avviene, precisa il libro di Esdra, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia. Ecco il seme che inizia a produrre frutto. Ecco la lampada che non può rimanere nascosta.


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