C’è vedere e vedere

Ignace de la Potterie

Nell’ultima cena Gesù dice: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9). E’ il versetto centrale del quarto Vangelo. Vedere fisicamente Gesù non bastava, ovviamente: anche i suoi nemici lo vedevano eppure lo ritenevano semplicemente un uomo di Nazareth, anzi un impostore.

Ma vedere e udire fisicamente Gesù, un uomo con un volto, una carne, era indispensabile, per pervenire progressivamente a contemplare in lui, con l’occhio della fede, il Figlio di Dio, cioè a scoprire in lui il Verbo fatto carne. E’ Gesù, con le parole, i gesti, i miracoli, con tutta la sua presenza, che introduce al Mistero e conduce dal “vedere” un uomo di carne al riconoscere, in quella carne, il Verbo di Dio. Il “vedere” fisico, per tutto il Vangelo, è la via d’accesso al Mistero. Questa pedagogia del vedere diventa esplicita – è Gesù stesso che la spiega – nel capitolo 20. E pochi finora sembrano averlo capito.

Il punto di partenza è ciò che si vede con questi nostri occhi di carne: si comincia dai segni, come il sepolcro vuoto o il giardiniere, un uomo reale in cui s’imbatte Maria Maddalena, che poi riconosce in lui Gesù… E’ una progressione. Anche del verbo vedere: prima il verbo greco βλέπω (blepo), che vuol dire scorgere, notare qualcosa. Poi θεωρειν (tzeorein) che troviamo per la Maddalena e vuol dire guardare attentamente, osservare. Infine il verbo οραω (orao), al perfetto greco che esprime la forma perfetta del verbo vedere e che io tradurrei qui “ora vedo perfettamente, contemplo il senso profondo di ciò che vedo”. Dunque dall’accorgersi di qualcosa alla contemplazione del Mistero di Dio nella realtà visibile, questa è la dinamica della prima fede cristiana, secondo i Vangeli.

L’evangelista cerca di descrivere, nei primi testimoni della risurrezione, l’approfondimento progressivo del loro sguardo su Gesù. Il semplice βλέπειν (accorgersi) dell’inizio, diventa uno sguardo attento, scrutatore (θεωρειν), ma la pienezza della fede pasquale è espressa solo dal verbo al perfetto: “Ho visto il Signore”, come annuncia la Maddalena ai discepoli.

 


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