L’esperienza della Parola è trinitaria

di Claude Lagarde. Quando la Bibbia cristiana (i due Testamenti insieme) è conosciuta e assimilata, messa in memoria, diventa poco a poco il linguaggio della fede, quello della preghiera della Chiesa e della vita sacramentale, quello della carità. Nel giardino del cuore, l’orante sente, come Adamo nella Genesi, la voce del Risorto diventato il Padrone e il Maestro della Chiesa. Il Risorto continua ad apparire oggi ai suoi discepoli in modi differenti o sotto altro aspetto come dice l’evangelista Marco (Mc 16,12). E’ questa esperienza della Parola che fonda in ogni battezzato la fede nel Cristo che il catechismo aveva sostituito con un discorso completo e organico, affinché nulla sfuggisse all’uomo di Fede…

L’esperienza della Parola è trinitaria. Le tre Persone divine agiscono di concerto quando, nella Chiesa, l’uomo di preghiera ascolta le Scritture. La Parola viene dal Padre e vi ritorna, ma di quel Padre che sta al di là di tutto noi non sappiamo nulla. Invece noi ascoltiamo la seconda Persona divina, il Verbo, se crediamo veramente che Colui che parla al nostro cuore quando meditiamo la santa Bibbia è Gesù risorto, il Cristo che si rivolge a ciascuno. Questa fede battesimale – evidentemente misteriosa e stupefacente – non è soltanto soggettiva o psicologica; essa è illuminata dall’interno dalla terza Persona divina, lo Spirito del Padre, l’altro Consolatore che ci reca la sua luce e la sua forza. E’ Lui che ci fa esclamare Abbà, Padre. Senza la sua azione interiore, nessuno può dire “Gesù è il Signore”. E’ lui che viene in aiuto della nostra debolezza e che ci fa pregare com’è conveniente. Il Padre è inconoscibile ma noi possiamo fare l’esperienza dell’azione congiunta del Figlio e dello Spirito, del Verbo e di questa Luce che proietta su Gesù un raggio d’amore. Il catechismo ci aveva insegnato la Trinità, ci aveva insegnato anche  il segno della croce trinitario che apre ogni preghiera cristiana. Gli mancava l’essenziale: l’esperienza della Parola. Senza di essa, il linguaggio della Chiesa perde le proprie radici, le parole e i segni diventano vuoti; si allontanano e quando la pratica diminuisce li si dimentica. Al contrario, grazie all’esperienza essenziale del Verbo eterno, i cristiani possono rendere testimonianza, con la propria parola alla quale si unisce il loro corpo, del misterioso agire di questo Dio così vicino del quale essi vivono ogni giorno.


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