Opzione fondamentale: una catechesi liturgica e missionaria

di Claude e Jacqueline Lagarde

La catechesi è totalmente orientata verso la preghiera della Chiesa, della liturgia e dei sacramenti per cui: Il lavoro catechistico concorre interamente alla proclamazione della fede. Questa emerge nella celebrazione, vera cassa di risonanza della catechesi. Gli adulti cristiani, genitori e catechisti, vi testimoniano la loro fede. La ricerca che precede la celebrazione non rimane chiusa nel “confessionale”. Favorisce il dialogo. Quindi questa ricerca non si situa allo stesso livello della proclamazione liturgica della fede.

Si tiene conto della sua capacità di suscitare significato. Pertanto: l’espressione del bambino (a partire dalla confessione di fede) è privilegiata rispetto alla spiegazione di un senso che ci sembra più o meno “artificioso”. La vita di gruppo si organizza attorno ad un lavoro di espressione (tempo della creazione) che è importante. Alcuni giochi favoriscono la vita relazionale. Tale vita di relazione è particolarmente presa in considerazione dopo i dodici anni, dentro una rilettura della storia. I ragazzi imparano a prendere la parola, ad ascoltarsi e a dialogare, a partire dal linguaggio della Chiesa ed essenzialmente da quello della Bibbia.

Il dialogo sostituisce l’insegnamento. Ma lo si fa a partire da un sapere importante comunicato all’inizio (tempo dell’informazione). I fanciulli scambiano l’insieme delle loro conoscenze e l’esperienza della loro vita. A differenza di altri percorsi, non introdurremo esplicitamente la cornice di vita dei bambini. Costatiamo, infatti, che essi stessi ne parlano accostando i testi biblici. Abbiamo visto che essi attualizzano e apprendono in tal modo la Scrittura. (cf. Animare un gruppo di catechesi, capitolo 2).

Il fatto di dare la parola e permettere il dialogo in ogni unità pedagogica, ci sembra essere il modo migliore di vedere “la vita” dei fanciulli nella catechesi. Preferiamo questo approccio a quello di una sociologia descrittiva che ci appare meno naturale (habitat, ambiente sociale, … etichettature diverse dalla realtà). Comunque il rischio esiste).

L’eterogeneità dei gruppi favorisce il dialogo. I bambini di famiglie cristiane rasentano un “cristianesimo sociologico” e anche ateismo. Questo criterio ci sembra più operativo che non una classificazione per habitat, o ambienti sociali. L’avanzamento degli uni aiuta quello degli altri (Siamo fedeli alle nostre scelte preferendo le categorie teologiche ad altre categorie.

Abbiamo sperimentato tale proposta pedagogica in ogni ambiente. La diversità ci sembra essere un fattore fondamentale, anche se più difficile da vivere, ciò per il tipo di proposta che facciamo e che è basato sul dialogo dei bambini e dei genitori. Una tale situazione di diversità permette l’evangelizzazione dei fanciulli per loro stessi. I cristiani espongono il loro punto di vista ad altri che danno il loro. Allora si instaura un dialogo sulla confessione di fede. Il dubbio degli uni fa avanzare la fede degli altri. Tutti ne guadagnano. Tale modello è anzitutto missionario e non necessariamente si inscrive in un’ottica di “ambienti”. Come a scuola!).

 


Una risposta a "Opzione fondamentale: una catechesi liturgica e missionaria"

  1. “Il dialogo sostituisce l’insegnamento” penso che questo sia il fulcro della catechesi biblica simbolica, anzi, di ciò che sola può definirsi catechesi. Anni di “insegnamento” però in cui il senso dato alla Parola di Dio prende il posto della Parola stessa, hanno chiuso i cuori. Attualmente c’è ancora più forte il desiderio di rinchiudersi nei propri schemi collaudati e precisi, di ritornare alle “cipolle d’egitto”. Vale per i preti che hanno fretta di assolvere il loro compito, garantire i sacramenti, per i genitori che hanno mille altre cose da fare, qualche volta anche per le catechiste a cui sembra sempre di non “dare” abbastanza, ma, di sicuro, non per i bambini ed i ragazzi. I primi sono sempre aperti al dialogo, gli adolescenti, se ben stimolati, sempre disponibili alla sfida .
    Claude e Jacqueline hanno il pregio grande di partire dal livello di parola delle persone a cui parlano, unica strada umanamente e cristianamente valida e, purtroppo, molto poco percorsa.

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