IV domenica del T.O. anno A

Sof 2,3; 3, 12-13;1 Cor 1, 26-31; Mt 5, 1-12.

“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo……”

Ogni volta che ascolto il vangelo delle beatitudini mi assale un misto di emozioni, da un lato la meraviglia, il fascino suscitato dalle parole di Gesù dalle quali traspare un grande amore per l’uomo, e il desiderio di ascoltare i suoi insegnamenti per contraccambiare quell’amore; dall’altro, la consapevolezza di quanto sia difficile vivere veramente le beatitudini.

Gesù guarda con amore la folla che lo ascolta e vuole per loro la felicità, per questo dona loro (e a noi) delle regole, degli insegnamenti per poter essere beati, cioè: felici!

Ma come si può pensare di essere felici quando siamo poveri, afflitti, perseguitati? Non è facile lasciarci coinvolgere da questa logica, che è  l’opposto della mentalità generale della nostra società, del  modo di vivere con il quale  i nostri figli, si scontrano  fin da piccoli.

D’altronde, Gesù ci ha mostrato con i fatti prima che con le parole quale sia il pensiero di Dio: con la sua nascita e con la sua vita ci ha insegnato che la felicità non viene dal possedere, dall’essere grandi, dal comandare, quanto piuttosto dal donare, dal farsi piccoli, dal mettersi a servizio. Le  Beatitudini, a prima vista,  ci sembrano esigenti, ma rispecchiano il pensiero di Cristo, che abbiamo scelto di fare nostro assumendo il nome di cristiani, cioè “di Cristo”!

 “ Le beatitudini sono il programma di vita che ci propone Gesù, tanto semplice ma anche tanto difficile!” Con queste parole papa Francesco ci invita a fornirci di questa “carta d’identità del cristiano”  ci invita ad andare controcorrente, a buttare dietro le spalle ogni riserva, ogni paura di essere isolato o tacciato da “ sfigato”

Ce lo dice anche la prima lettura: “Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà; forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore.”

Mentre San Paolo ci ricorda che: “Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. “

E’ questo che Gesù vuole dirci: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli!”

Ti preghiamo Signore, donaci  la grazia di capire questo tuo messaggio, di  scoprire  la gioia di  sentirci poveri, affamati e desiderosi del tuo amore, donaci di saper vivere le beatitudini come tu ci insegni, perché quando saremo davanti al Padre saremo giudicati sull’amore.

Maria Scutari


2 risposte a "IV domenica del T.O. anno A"

  1. La logica proposta da Gesù è l’opposto della mentalità corrente, che purtroppo è anche la nostra se reagiamo istintivamente. A nessuno piace essere nel pianto, perseguitato, insultato e denigrato. La mitezza, la pace, la misericordia sono belle e desiderabili se operate da altri nei nostri confronti, ma in quanto a viverle…! Solo in Cristo, con il suo aiuto, il dono del suo Spirito possiamo realizzarle.

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  2. La parola “Beati” che per noi ha spesso il senso di “felici” è il grido: “‘Ashrè”, parola che in ebraico significa soprattutto un invito ad andare avanti, Gesù riempie il nostro “vuoto”, la nostra “mancanza”, essendo Lui le beatitudini incarnate, ma ciò non ci esime dal provarci, da essere anche noi, almeno un po’, corpo di Cristo.Come scrive Maria è compito tanto semplice quanto difficile, ma entusiasmante, affascinante, ti chiede molto, tutto , ma dandoti responsabilità ti dà anche fiducia , ti dà già la Roccia sulla quale ancorarti.

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