La venuta del Regno secondo papa Francesco

di Salvatore Cernuzio

“Dio regna”; la sua potenza è quella di un Signore che “si china, si abbassa, sull’umanità per offrire misericordia e liberare l’uomo da ciò che sfigura in lui l’immagine bella di Dio. Perché quando siamo nel peccato l’immagine di Dio è sfigurata”, dice il Papa a braccio.

Il compimento di tanto amore sarà proprio il Regno instaurato da Gesù, “quel Regno di perdono e di pace che noi celebriamo con il Natale e che si realizza definitivamente nella Pasqua”. Dunque quella gioia interiore è così bella perché frutto di una certezza: “Il Signore ha cancellato i miei peccati, ha avuto pietà di me, è venuto a salvarmi. Questa è la gioia del Natale”, afferma Papa Francesco, “questi sono i motivi della nostra speranza”.

E noi, come Gerusalemme, “siamo sollecitati a svegliarci un po’, secondo l’invito che le rivolge il profeta; siamo chiamati a diventare uomini e donne di speranza, collaborando alla venuta di questo Regno fatto di luce e destinato a tutti”. “Quanto è brutto – osserva il Papa ancora a braccio – quando troviamo un cristiano che ha perso la speranza: ‘Io non spero nulla, è tutto finito per me’, un cristiano che non è capace di guardare un orizzonte di speranza ma solo un muro. Dio distrugge questo muro e ci viene a donare la speranza”.

Pertanto, “il messaggio della Buona Notizia che ci è affidato è urgente”, rimarca Francesco: “Dobbiamo anche noi correre come il messaggero sui monti, perché il mondo non può aspettare, l’umanità ha fame e sete di giustizia, di verità, di pace”. E vedendo il piccolo Bambino di Betlemme, “i piccoli del mondo sapranno che la promessa si è compiuta, il messaggio si è realizzato”.

In quel bimbo “appena nato, bisognoso di tutto, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia”, è racchiusa infatti “tutta la potenza del Dio che salva”. Allora “bisogna aprire il cuore: il Natale è un giorno per aprire”, incoraggia il Santo Padre, “bisogna aprire il cuore a tanta piccolezza e a tanta meraviglia che è lì. È la meraviglia di Natale, a cui ci stiamo preparando, con speranza, in questo tempo di Avvento. È la sorpresa di un Dio bambino, di un Dio povero, di un Dio debole, di un Dio che abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi”.

Agenzia di stampa Zenit 14  dicembre 2016

 


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