San Girolamo nel suo studio

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Vincenzo Catena XVI secolo – National Gallery Londra

di Giorgio Balbo

La riproduzione del san Girolamo di Vincenzo Catena è una vera catechesi biblica simbolica. Girolamo, con la mano sulla testa è in atteggiamento teso, non proprio sorridente, ma è lì. A terra si vede il cappello cardinalizio, di cui non ha bisogno chi medita la Scrittura. Probabilmente si allude anche a qualcuno che, di fronte a qualcosa che bruciava senza consumarsi, si è levato i sandali, perché lì dove si medita la Parola la terra è sacra.

Accanto ci sono una quaglia e un leoncino. Anche questi particolari rimandano a un passo di Scrittura: là dove il profeta Isaia dice “ il bambino giocherà sulla buca  dell’aspide, l’agnello, il leoncello… la quaglia…Meditando la parola si mettono insieme realtà apparentemente molto diverse e distanti.

A sinistra c’è una finestra, perché quando si studia la Scrittura, si guarda lo scritto che abbiamo davanti, ma allo stesso tempo si spalanca l’orizzonte esterno. In lontananza una montagna e una città. Probabilmente si tratta della Venezia del ‘500  mentre le montagne sono quelle del Veneto.

Tuttavia la verità profonda, interiore, ci dice che la Parola spinge in avanti. Girolamo ha la testa bassa, quando alzerà gli occhi vedrà il crocifisso tra sé e il paesaggio: la città, la montagna, il cielo e il mare.

E’ tutto lì: alzando gli occhi dalla Parola scritta si ritrova la parola sotto altra forma. Tutto diventa Sacramento e sacramentale diventa la vita, segno per dire qualcos’altro.


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